Il comparto della distribuzione e conversione dell’energia elettrica è oggi interessato da un cambiamento normativo significativo, destinato a influenzare tecnologie e processi. Il nuovo regolamento europeo F-Gas 2024 impone infatti l’eliminazione progressiva dell’esafluoruro di zolfo (SF6), un gas finora ampiamente utilizzato nelle apparecchiature di media e alta tensione. Si tratta di un cambiamento radicale, motivato da esigenze ambientali, che interessa direttamente le aziende del comparto elettrico industriale.
Per comprendere appieno l’impatto di questa rivoluzione normativa, è importante analizzare cosa prevede il nuovo regolamento, quali sono le alternative all’SF6 e come le imprese possono adeguarsi in modo conforme ed efficiente.
Cos’è la normativa F-Gas e cosa prevede il nuovo regolamento UE 2024/573
La normativa F-Gas è stata concepita per contenere le emissioni di gas fluorurati, responsabili di un forte effetto serra per via del loro alto potenziale di riscaldamento globale (GWP). Il Regolamento UE 2024/573, che subentra e potenzia quanto previsto dal 517/2014, mira a un sistema elettrico sempre più sostenibile e privo dei gas climalteranti più pericolosi.
Tra le principali novità introdotte ci sono:
- Il divieto di utilizzo dell’SF6 nei nuovi impianti elettrici, con scadenze progressive a seconda della tensione e della tipologia di installazione.
- L’introduzione di obblighi di tracciabilità, con dichiarazioni annuali F-Gas da parte di produttori, installatori e manutentori.
- L’adozione di un’apposita abilitazione riconosciuta per professionisti che installano o fanno manutenzione su impianti con gas fluorurati.
- L’obbligo di certificazione per tutti i tecnici che intervengono su impianti che utilizzano gas fluorurati.
Questa normativa rappresenta un chiaro segnale da parte dell’Unione Europea verso un’elettrificazione più sostenibile, promuovendo lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale.

Cos’è il gas SF6 e perché viene eliminato
Per comprendere la portata del cambiamento, è essenziale conoscere meglio l’SF6. L’esafluoruro di zolfo è un gas sintetico non tossico, inodore e non infiammabile, utilizzato da decenni come isolante dielettrico per quadri elettrici e interruttori. La sua straordinaria capacità di isolamento e la stabilità chimica lo hanno reso una soluzione tecnica ideale per le apparecchiature ad alta e media tensione.
Nonostante l’efficienza tecnica, l’SF6 rappresenta una seria minaccia per l’ambiente: il suo potere climalterante è circa 23.500 volte superiore a quello dell’anidride carbonica e può restare in atmosfera per millenni. Anche perdite contenute possono causare impatti ambientali considerevoli, contribuendo all’innalzamento delle temperature globali. Inoltre, in caso di decomposizione termica può generare sottoprodotti nocivi per la salute e per l’ambiente.
È per questi motivi che l’UE ha deciso di accelerare l’eliminazione di questo gas, rendendo necessario per il settore elettrico cercare soluzioni alternative più sostenibili.
Impatto della normativa sulle aziende che producono quadri elettrici
Il divieto dell’uso dell’SF6 impone alle aziende del settore una profonda revisione dei processi progettuali e produttivi. Produttori di quadri elettrici di media tensione e cabine MT devono adeguarsi alle nuove regole europee, modificando i propri impianti per integrare tecnologie compatibili con la normativa F-Gas.
L’impatto si riflette in vari ambiti:
- Ripensamento dell’ingegneria di prodotto, con l’introduzione di nuovi materiali e sistemi di isolamento.
- Riconversione degli impianti produttivi e aggiornamento delle certificazioni tecniche.
- Gestione della fase transitoria, con attenzione alle tempistiche e alle deroghe previste per alcuni impieghi.
L’adeguamento comporta sfide tecniche e commerciali, come l’aumento dei costi e la necessità di formare il personale, ma rappresenta anche un’occasione per investire in soluzioni tecnologiche all’avanguardia.
Quali sono le alternative all’SF6 già disponibili sul mercato
Fortunatamente, il mercato oggi propone diverse soluzioni tecnologiche capaci di sostituire in modo efficace l’SF6, mantenendo elevate prestazioni elettriche e riducendo significativamente l’impatto ambientale. Le principali alternative includono:
- Tecnologie in vuoto, ideali per gli interruttori di media tensione, dove l’interruzione del circuito avviene senza l’impiego di gas isolanti. IEI adotta già questa soluzione, integrandola nei propri sistemi come risposta concreta alla normativa F-Gas.
- L’isolamento basato su aria secca compressa rappresenta una soluzione innovativa che impiega aria priva di umidità come agente isolante, garantendo un’alternativa ecologica, affidabile e semplice da implementare nei sistemi elettrici. Questa tecnologia è usata per apparecchiature come i sezionatori MT presenti nei quadri elettrici.
Ogni opzione presenta specifici vantaggi e limiti: le soluzioni in vuoto, ad esempio, offrono bassi costi di gestione ma non sono adatte alle alte tensioni; i gas alternativi assicurano prestazioni elevate ma richiedono investimenti significativi in nuove tecnologie; l’isolamento in aria secca pressurizzata si distingue per semplicità e sostenibilità, ma è indicato soprattutto per impianti standardizzati.
Per scegliere la soluzione più adatta, è fondamentale una valutazione tecnica caso per caso, meglio se supportata da partner qualificati con esperienza diretta sul campo.
Obblighi per le aziende: dichiarazioni, smaltimento e certificazioni
Accanto all’adeguamento tecnologico, le imprese che operano nel settore della distribuzione e trasformazione di energia elettrica devono adempiere a una serie di obblighi normativi previsti dal Regolamento F-Gas 2024. Questi adempimenti sono finalizzati a garantire la gestione sicura e tracciabile dei gas fluorurati lungo tutta la filiera.
Tra gli obblighi principali troviamo:
- Dichiarazione F-Gas annuale: deve essere compilata da produttori, importatori e aziende che immettono sul mercato gas fluorurati o apparecchiature che li contengono. La dichiarazione documenta le quantità movimentate, l’uso previsto e le modalità di gestione. Per aziende come IEI, che non producono direttamente gas ma commercializzano apparecchiature precaricate, l’obbligo dichiarativo può scattare solo in specifici casi legati all’immissione sul mercato di prodotti contenenti HFC o altri gas fluorurati.
- Il trattamento dell’SF6 proveniente da impianti fuori servizio deve seguire protocolli severi, che includono il recupero del gas, la sua lavorazione in sicurezza e una tracciabilità completa tramite registri e monitoraggi regolamentati. Tuttavia, per realtà come IEI, che operano prevalentemente nella fornitura e trasformazione di sistemi conformi alle nuove normative, gli obblighi legati al recupero, riciclaggio e rigenerazione del gas risultano meno centrali, essendo più rilevanti per aziende di manutenzione o gestione diretta di impianti contenenti SF6.
- Certificazione degli operatori: un elemento chiave riguarda la necessità di certificazione per i tecnici specializzati, requisito fondamentale per garantire interventi conformi alla normativa su impianti che richiedono particolare attenzione, come i quadri elettrici e i relativi sezionatori/interruttori, soggetti a controlli sulle perdite di gas fluorurati. In particolare, la certificazione è necessaria per chi:
- Svolge attività di montaggio, assistenza o intervento tecnico su impianti che includono gas fluorurati al loro interno.
- Gestisce le perdite di SF6 o altri gas F-Gas.
- Interviene su interruttori e quadri elettrici precaricati.
I programmi di certificazione hanno l’obiettivo di garantire che gli operatori siano qualificati per lavorare con gas fluorurati in sicurezza e in conformità alla normativa. Tali programmi:
- Si basano su criteri definiti a livello europeo.
- Sono riconosciuti dagli organismi accreditati dal Ministero dell’Ambiente.
- Coprono le conoscenze tecniche, normative e ambientali relative all’uso, al contenimento e al recupero dei gas fluorurati.
A monte della certificazione, i tecnici devono seguire percorsi di formazione specifica, che mirano a:
- Offrire conoscenze teoriche e pratiche sugli aspetti tecnici degli impianti contenenti F-Gas.
- Fornire competenze sull’identificazione delle perdite, sul corretto utilizzo degli strumenti e sulle modalità di intervento.
- Informare sulle responsabilità legali e ambientali.
- Prevedere aggiornamenti periodici per garantire l’allineamento alle evoluzioni normative.
I contenuti minimi includono: proprietà dei gas fluorurati, misure di sicurezza, funzionamento degli impianti, procedure di contenimento e recupero, tracciabilità e normativa vigente.
Al termine del percorso formativo, il tecnico deve superare un esame di certificazione, che ha l’obiettivo di verificare:
- La comprensione delle normative europee e nazionali.
- La padronanza delle procedure operative.
- La capacità di individuare e gestire in modo sicuro i gas fluorurati.
La prova di certificazione si articola in un modulo teorico e in una sessione pratica, entrambe gestite da enti di formazione riconosciuti e autorizzati.
Un ruolo centrale è affidato agli organismi di certificazione, che sono gli unici autorizzati a rilasciare attestati riconosciuti a livello nazionale. Questi enti:
- Devono essere accreditati da un organismo nazionale competente.
- Gestiscono le sessioni d’esame.
- Verificano i requisiti dei candidati.
- Rilasciano e rinnovano i certificati.
- Effettuano controlli e audit per garantire il mantenimento dei requisiti.
Questi adempimenti richiedono una gestione consapevole e organizzata, in grado di affrontare sia le responsabilità normative che le evoluzioni tecniche in corso. In questo contesto, molte aziende si affidano a partner esperti e specializzati, capaci di supportare nella gestione documentale, nella formazione e nell’adozione di soluzioni conformi.
Forte di una lunga esperienza nel settore e di una conoscenza dettagliata del quadro normativo F-Gas, IEI è il partner ideale per affiancare le aziende nella comprensione e nell’attuazione concreta delle direttive europee, offrendo supporto tecnico e consulenziale su misura.
Un supporto necessario per affrontare il cambiamento
La transizione verso una gestione sostenibile dell’energia passa anche dall’eliminazione dell’SF6, un gas che per anni ha rappresentato uno standard tecnico ma che oggi non può più essere considerato compatibile con gli obiettivi climatici europei.
Il nuovo regolamento F-Gas 2024 impone alle aziende elettriche di aggiornarsi, innovare e adeguarsi. In questo scenario, realtà come IEI offrono il supporto necessario per affrontare il cambiamento con competenza e affidabilità. Grazie alla sua esperienza nel settore e a una costante attenzione alla conformità normativa, IEI è il partner ideale per chi cerca soluzioni sicure, sostenibili e pienamente in linea con la normativa F-Gas. Contattaci per una consulenza o per scoprire le nostre soluzioni tecniche senza SF6.
Alcune FAQ
Cosa cambia con il nuovo regolamento F-Gas nel settore elettrico?
Viene vietato l’uso dell’SF6 nei nuovi impianti elettrici e quindi è necessario riprogettare e mettere in commercio nuove apparecchiature. Introdotti vengono introdotti obblighi di smaltimento e certificazione.
Quali apparecchiature elettriche in MT sono soggette a F-Gas?
Quadri elettrici contenenti Gas FS6, interruttori e sezionatori.
La certificazione F-Gas è obbligatoria?
Sì, per installatori, manutentori e imprese che operano su impianti con gas fluorurati.
Cosa succede se non faccio F-Gas?
Sono previste sanzioni amministrative e divieti di esercizio.
Chi fa la certificazione F-Gas?
Organismi accreditati autorizzati dal Ministero dell’Ambiente.
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